mercoledì 5 settembre 2007

Pubblica Amministrazione: stop alle stabilizzazioni dei precari e nuovo blocco delle assunzioni?


di Antonio Maglietta - 4 settembre 2007

Nei giorni scorsi il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, ha rilanciato la proposta, da rendere operativa già dalla prossima Finanziaria, di tagliare sensibilmente la spesa della Pubblica Amministrazione nostrana. Tanto per far capire che si sta facendo sul serio, sembra che sia stato predisposto anche una sorta di Libro verde i cui verrebbero messi a fuoco, nel dettaglio, i tagli da effettuare. La Stampa ed Il Messaggero di lunedì scorso hanno avanzato l'ipotesi che sotto la scure di TPS potrebbero cadere l'organico del comparto scuola, la stabilizzazione dei precari (provvedimento prevista meno di un anno fa dalla Finanziaria 2007) e, addirittura, sarebbe stato messo in agenda anche un nuovo blocco delle assunzioni. La sinistra radicale ed il sindacato non sembrano averla presa bene, ma oramai sono diversi mesi che il titolare del Ministero dell'Economia si trova sotto il loro fuoco incrociato. La vera novità è che ora l'uscita del ministro ha turbato gli animi anche dei cosiddetti moderati. Infatti nei giorni scorsi due ministri non propriamente «barricaderi», come Mastella (Udeur) e Nicolais (Ds), hanno risposto picche all'invito rigorista proveniente da Padoa Schioppa. Emblematico il caso del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione. In una intervista rilasciata lunedì scorso al Messaggero, Nicolais ha candidamente ammesso di non aver mai visto il citato Libro verde del Ministro dell'Economia sulle spese della Pubblica Amministrazione e, anzi, ha esortato il collega ad inviarlo a Palazzo Vidoni per prenderne nota.

Insomma, se le indiscrezioni dei giornali saranno confermate, il governo Prodi sarebbe pronto a rimangiarsi (o comunque a congelare), ad un solo anno di distanza, l'intero impianto dell'ultima Finanziaria sul pubblico impiego, così pubblicizzato e strombazzato dalla sinistra radicale come la soluzione ai problemi dei giovani precari della Pubblica Amministrazione. Peraltro, la mossa anti-stabilizzazione, se sarà confermata, non sarà comunque un fulmine a ciel sereno. Infatti la direttiva del Ministro Nicolais del 30 aprile scorso, sulle norme della Finanziaria 2007 in materia di stabilizzazioni dei precari, non contemplava l'art. 1, comma 417 e cioè la norma del «tana libera tutti», quella che prevede la trasformazione a tempo indeterminato di tutti i contratti della Pubblica Amministrazione con un dato temporale diverso da questo. Senza contare che, fino ad ora, i precari stabilizzati sono stati poco meno di 10mila a fronte delle 350mila stabilizzazioni promesse. Insomma, dopo la fine della propaganda, i numeri e la realtà dei fatti stanno venendo al pettine. Ma ancora peggio dei precari andrebbe ai circa 70mila vincitori di un concorso pubblico non ancora assunti. Dopo la beffa della Finanziaria 2007 che, per gli anni 2008 e 2009, prevede che per ogni 10 cessazioni ci saranno solo 2 assunzioni da concorso (a fronte di 4 stabilizzazioni di precari), invece della fine del tunnel potrebbe esserci un nuovo ed inaspettato blocco delle assunzioni (quello in vigore scadrà alla data del 31 dicembre prossimo), con la firma dell'agognato contratto a tempo indeterminato nuovamente spostata a data da destinarsi ed il consueto appuntamento, tra maggio ed ottobre (quest'anno ancora non si sa), con la speranza di rientrare nella lista delle cosiddette assunzioni in deroga al blocco.

Insomma, se aggiungiamo anche la grana della traduzione in legge del protocollo sul welfare del luglio scorso, ci sarebbe abbastanza materiale per pronosticare una crisi politica all'interno della maggioranza, nel bel mezzo dell'autunno e dei lavori parlamentari per il varo della prossima Legge finanziaria. Fino ad ora il governo Prodi è rimasto in sella, nonostante le evidenti e laceranti contraddizioni politiche all'interno del centrosinistra, perché, invece del buon senso, è prevalso l'attaccamento alle poltrone del potere. Attendiamo l'autunno per vedere se la farsa continuerà.

Antonio Maglietta

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