mercoledì 5 settembre 2007

Cattolici per la libertà


di Gianni Baget Bozzo - tratto da Il Giornale del 4 settembre 2007

Mai, da quando è finita la Dc, i cattolici sono stati tanto protagonisti a sinistra. Il fatto vero è che la struttura che fu il Pci ha deciso di legittimarsi con la Chiesa cattolica, di mescolare la propria struttura alle clientele democristiane del Sud. Per questo vediamo, nel Partito Democratico, emergere cattolici di ogni definizione, tanto numerosi e vocali quanto più i diessini sono silenziosi. Ciò è dovuto al fatto che la Chiesa è tornata ad essere la più forte struttura istituzionale in Italia proprio perché lo Stato è divenuto debole. Per forte che sia la cultura che affida il progresso dell'umanità alla scienza e alla tecnologia, essa non è ancora, in Italia, una cultura politica come accade in altri Paesi europei. Quindi la Chiesa è ancora il solo linguaggio che si può parlare a partire dalla cultura di sinistra.

L'emersione di Veltroni è dovuta al fatto che egli è colui che ha saputo, usando la sua figura di sindaco della capitale della Chiesa e dello Stato, mescolare i linguaggi, usare mondialismo ed ecumenismo, amore e poesia, storia e fantasia, per creare un linguaggio che lui solo può parlare, ma che si rivolge all'ascolto di tutte le componenti del Partito Democratico per creare un discorso. Ad Assisi si sono riuniti i popolari di Beppe Fioroni e di Franco Marini, che contano di portare mille partecipanti alla grande assemblea costituente del Partito Democratico. Inoltre Rosy Bindi si candida a nome della sinistra cattolica del femminismo cattolico, Enrico Letta è il candidato della Scuola di Bologna ed il prodiano ufficiale. Questa situazione è unica, ed è dovuta al fatto che l'Italia, come cultura, è così legata alla storia del papato.

Ma sono veramente in grado di rappresentare il mondo cattolico quei credenti che aderiscono al Partito Democratico? Nei sondaggi l'elettorato in qualche modo praticante vota in maggioranza per il centrodestra, perché sente il carattere improprio dell'alleanza che viene proposta da sinistra e avverte che il problema di fare dell'ex Pci il partito garante della Chiesa in Italia contraddice profondamente la storia. La Chiesa italiana è certamente cambiata dagli anni in cui il cattolicesimo determinava, nella questione politica e in quella sociale, una scelta di sinistra. Oggi torna nel mondo cattolico una scelta identitaria, che non si sente rappresentata da un partito che è storicamente il Pci, con tutte le memorie storiche che questo significa.

E' da notare che il centrodestra non ha mai fatto della questione cattolica come tale il suo riferimento. Ha solamente proposto il tema dell'Italia e della democrazia, di fronte ai comunisti, come problema alla tradizione italiana. Ed è quindi per motivi politici, e non per motivazioni confessionali, che esso ha ottenuto il voto dei cattolici. Il centrodestra ha il consenso dei cattolici per motivi di cultura politica e non di appartenenza religiosa. Nessun esponente primario del centrodestra è un cattolico praticante in senso globale, ma è la funzione politica che si è raccolta intorno a Berlusconi a convincere politicamente i cattolici che questa era più la loro casa che non quella offerta dall'Ulivo e dall'Unione ed ora dal Partito Democratico. Non c'è un vociferio cattolico nel centrodestra, e solo Comunione e Liberazione ha un'inclinazione manifestata dalla presenza di Roberto Formigoni nella leadership di Forza Italia.

La sinistra intende legittimarsi con la Chiesa e ciò, soprattutto, nella sua componente postcomunista. Ma ciò, infine, è troppo singolare perché si possa pensare ad un'adesione del cattolico in quanto tale per motivi religiosi al Pd. Il cattolico del 2000 sceglie la politica per motivi politici e civili ed è per questo che molti linguaggi cattolici della sinistra dicono meno della scelta nazionale e democratica del centrodestra.

Gianni Baget Bozzo
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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