venerdì 14 settembre 2007

Dopo le case anche gli aerei



di Marianna Bartoccelli - venerdì 14 settembre 2007

Roma - Far premiare i vincitori del Gran premio di Formula 1, domenica scorsa a Monza, dal Guardasigilli Clemente Mastella e dal vicepremier Rutelli è costato al contribuente italiano una cifra che si aggira sui 20mila euro. Euro più, euro meno: tanto il costo della trasferta del ministro di Giustizia, e seguito, e del vicepresidente Francesco Rutelli, e seguito.

Secondo quanto denuncia il settimanale L’espresso in edicola da oggi, Clemente Mastella in compagnia di Rutelli, insieme ad alcuni parenti, amici e collaboratori, dovevano assolutamente presenziare alla premiazione di «una manifestazione nazionale che ha grande importante internazionale», come spiega il portavoce del ministro. E vuoi per motivi di sicurezza, come spiegano sempre da Largo Arenula, vuoi perché così «è previsto dai protocolli di Stato e dalle misure di sicurezza» come suggerisce lo stesso presidente della Camera Fausto Bertinotti, la storia che racconta il settimanale L’espresso evoca subito altri viaggi pagati dal contribuente e «vizi» da Prima Repubblica.



In epoca di «casta» e di «grillate», il viaggio domenicale dei nostri ministri sembra quasi una provocazione, malgrado le precisazioni dei portavoce e le spiegazioni dello stesso Guardasigilli. «Si è trattato di una visita ufficiale, ma soprattutto - spiegano in via Arenula - è necessario chiarire che per ragioni di sicurezza, che sono prioritarie, il ministro della Giustizia non può viaggiare come un libero cittadino».

E la nota del ministero è decisamente preoccupante: «Mastella è stato riconosciuto dall’Ufficio centrale sicurezza del ministero dell’Interno, per il suo ruolo istituzionale di Guardasigilli e per alcuni gravi episodi di minaccia che sono stati registrati, il massimo livello di sicurezza, cosiddetto L1, attribuito alle alte cariche dello Stato e a pochissimi altri ministri. Ciò gli vieta espressamente di muoversi senza una tutela adeguata. Il livello L1 prevede infatti strettissime misure di sorveglianza a salvaguardia dell’incolumità del soggetto che a esso viene sottoposto, ma anche e soprattutto a tutela dei cittadini, la cui vita - conclude la nota - non può essere messa a repentaglio, così come accadrebbe se la persona a rischio si mischiasse fra la folla».

Ma pare che non si sia trattato di grandi problemi di sicurezza, visto che con un comunicato a fine giornata di Palazzo Chigi viene spiegato che si è trattato «di un semplice passaggio». Il vicepremier infatti racconta che visto che doveva andare a Monza per motivi istituzionali ha dato la possibilità di usufruire dello stesso volo al ministro Mastella «perché erano ancora disponibili posti». Insomma Mastella è stato ospite di Rutelli, tutto qua. E con loro il figlio del primo e la moglie del secondo. Più altri collaboratori.

Secondo il piano di volo il vicepremier si è spinto ad andare da Roma a Salerno per far salire Mastella e figlio, quindi tutti a Milano. Nel cui aeroporto hanno trovato un elicottero navetta per andare velocemente all’autodromo di Monza. Sull’elicottero trova posto anche Antonio Di Pietro e questo crea ulteriori polemiche, subito smorzate quando si è saputo che la navetta è stata messa a disposizione dall’organizzazione del Gran premio di Monza non soltanto per le autorità pubbliche ma per tutti gli ospiti, Di Pietro incluso che viaggia anche lui con figlio.

«Si tratta di un’azione di killeraggio politico dell’Espresso solo contro il Guardasigilli?», si chiede Mauro Fabris, capogruppo Udeur alla Camera, che accusa il settimanale di avere puntato il dito contro Mastella anche per l’elicottero navetta: «Sono stato testimone del fatto che numerosi parlamentari, di maggioranza e opposizione e financo il ministro Di Pietro con figlio e amici al seguito, hanno impiegato lo stesso servizio navetta utilizzato dal ministro Mastella», sottolinea Fabris nel suo atto di difesa.

Immediate le prese di distanze dell’Idv, la cui portavoce, Silvana Mura, pone i distinguo: «La questione sollevata dall’Espresso non riguarda l’utilizzo della navetta, ma dell’aereo di Stato per andare a Monza, anche se l’onorevole Fabris finge di non capire e prova ad alzare un polverone». Subito Di Pietro non perde l’occasione per prendere le distanze dal suo perenne antagonista e sottolinea che anche a lui avevano proposto di andare con l’aereo di Stato, e lui ha risposto con un «no grazie».

Ma pare che non si sia trattato di grandi problemi di sicurezza, visto che con un comunicato a fine giornata di Palazzo Chigi viene spiegato che si è trattato «di un semplice passaggio». Il vicepremier infatti racconta che visto che doveva andare a Monza per motivi istituzionali ha dato la possibilità di usufruire dello stesso volo al ministro Mastella «perché erano ancora disponibili posti». Insomma Mastella è stato ospite di Rutelli, tutto qua. E con loro il figlio del primo e la moglie del secondo. Più altri collaboratori.

Secondo il piano di volo il vicepremier si è spinto ad andare da Roma a Salerno per far salire Mastella e figlio, quindi tutti a Milano. Nel cui aeroporto hanno trovato un elicottero navetta per andare velocemente all’autodromo di Monza. Sull’elicottero trova posto anche Antonio Di Pietro e questo crea ulteriori polemiche, subito smorzate quando si è saputo che la navetta è stata messa a disposizione dall’organizzazione del Gran premio di Monza non soltanto per le autorità pubbliche ma per tutti gli ospiti, Di Pietro incluso che viaggia anche lui con figlio.

«Si tratta di un’azione di killeraggio politico dell’Espresso solo contro il Guardasigilli?», si chiede Mauro Fabris, capogruppo Udeur alla Camera, che accusa il settimanale di avere puntato il dito contro Mastella anche per l’elicottero navetta: «Sono stato testimone del fatto che numerosi parlamentari, di maggioranza e opposizione e financo il ministro Di Pietro con figlio e amici al seguito, hanno impiegato lo stesso servizio navetta utilizzato dal ministro Mastella», sottolinea Fabris nel suo atto di difesa.

Immediate le prese di distanze dell’Idv, la cui portavoce, Silvana Mura, pone i distinguo: «La questione sollevata dall’Espresso non riguarda l’utilizzo della navetta, ma dell’aereo di Stato per andare a Monza, anche se l’onorevole Fabris finge di non capire e prova ad alzare un polverone». Subito Di Pietro non perde l’occasione per prendere le distanze dal suo perenne antagonista e sottolinea che anche a lui avevano proposto di andare con l’aereo di Stato, e lui ha risposto con un «no grazie».

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