venerdì 22 giugno 2007

Veltronia


di Gianni Baget Bozzo - 21 giugno 2007

Se veramente Walter Veltroni si candidasse a segretario del Partito Democratico non ci sarebbe bisogno delle primarie perché ognuno cederebbe il passo innanzi a lui. Essere il sindaco di Roma è un grande vantaggio, perché i sindaci sono considerati al di sopra degli schieramenti politici anche quando vi appartengono. La legge elettorale che riguarda la carica di sindaco è una vera legge sul modello presidenziale. Il sindaco di Roma ha il vantaggio di emergere anche come sindaco della capitale della Chiesa e dello Stato. Gli si chiede un carattere ecumenico per il carattere spirituale e istituzionale che la città riveste. Il fascino di Roma corona anche il suo sindaco. Già Rutelli, nel 2001, venne designato a competere con Berlusconi proprio perché aureolato dalla guida della capitale. Veltroni ha saputo calarsi nel buonismo che fa parte comune del lessico ecclesiastico e di un lessico della sinistra. Egli è divenuto simbolo della figura compassionevole che sente come propri mali i mali dell'Africa. E questo lo pone in sintonia particolare con il mondo cattolico, che ha tante missioni in Africa. Se Veltroni si candida, quindi, il gioco è fatto.

Ma c'è altro finale per le primarie del Partito Democratico? Non sarebbe bello che la contesa fosse tra Franceschini o Rutelli da un lato e Fassino dall'altro: sarebbe la prova che il Partito Democratico è la giustapposizione di ex democristiani e postcomunisti. Quindi Veltroni dovrebbe candidarsi. Ma se lo facesse, le primarie sarebbero già fatte. Questo mostra come le primarie siano un gioco interno ai partiti. Si concludono tutte nella loro attuale classe dirigente. Che cosa comica! I partiti hanno già designato il candidato a succedere a Prodi come leader del Partito Democratico. Ogni soluzione che non sia quella di Veltroni finirà con il determinare una gara tra Ds e Margherita, che sarebbe nefasta per il nuovo partito.

Carlo De Benedetti ha già indicato in Veltroni, sia pure in combinazione con Rutelli, la figura determinante per il Partito Democratico, di cui egli ha la tessera numero uno. Se non si candida Veltroni, ci sarà confusione sotto il cielo. Se si candida Veltroni, tutti lo acclamano. Il sindaco di Roma potrà sfogliare la Margherita per un certo tempo. Prodi, che è certamente un uomo astuto, capisce che l'unico modo per neutralizzare Veltroni è quello di farlo «Papa subito», con il governo in carica. Così Veltroni non potrà differenziarsi da Prodi. Coloro che fonderanno il Partito Democratico nei gazebo non hanno altra scelta che ciò che è già scelto. Le primarie sono una scena da commedia dell'arte.

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