giovedì 21 giugno 2007

De Gennaro licenziato dal governo



La Cdl insorge: "È caccia all'uomo"

di Redazione - giovedì 21 giugno 2007

Roma - La Casa della Libertà ha chiesto a palazzo Madama che il governo riferisca in aula sul "licenziamento" del capo della polizia Gianni De Gennaro. "Il parlamento ha il diritto di sapere dal governo o dal ministro dell’Interno - ha detto il senatore di An Francesco Storace prendendo per primo la parola - le ragioni dell’annunciata destituzione del capo della polizia. C’è inquietudine nei cittadini su quanto sta accadendo e chiedo che il Senato si attivi subito perchè nella seduta odierna ci sia una comunicazione formale del governo. È una favola - ha sottolineato Storace - quella inventata da Prodi sul settennato. Invito qualunque membro del governo a indicarmi dove sta scritto che il capo della polizia dura sette anni! Se un alto funzionario lavora bene lo si lascia al suo posto fino alla pensione altrimenti non resta al suo posto un solo giorno in più. Qui sembra che ci sia un diktat dell’estrema sinistra al governo e poi dal Viminale non se ne andare il capo della polizia ma se ne devono andare i terroristi come il caso del collaboratore del ministero coinvolto nell’omicidio Taliercio".

Schifani: "Una ritorsione servita ai No global" "Una ritorsione servita ai No Global. Le parole di Prodi alla Camera e la simultanea inchiesta giudiziaria contro il Capo della Polizia, Gianni De Gennaro, configurano una vera e propria caccia all’uomo". Lo afferma il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani. "Questa volta - aggiunge polemico il senatore - senza estintori e molotov, ma con armi non meno pericolose per la democrazia e la sicurezza del nostro Paese. De Gennaro saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati e saprà reagire agli attacchi concentrici delle forze estreme della maggioranza".

Mantovano: "Servono comandi non precari" "Il preavviso di licenziamento del Capo della Polizia ha molteplici gravi effetti", lo afferma il senatore di An Alfredo Mantovano, per il quale "pregiudica il meccanismo di coordinamento e di governo di oltre 300.000 appartenenti ai corpi di polizia, che hanno necessità di comandi legittimati e non precari". L’annuncio del cambio al vertice della Polizia per Mantovano poi "conferma che, come è accaduto per la Guardia di Finanza, i vertici di istituzioni importanti e delicate possono essere rimossi per ragioni di bassa politica, il diktat di Visco in un caso, quello di Rifondazione nell’altro, che nulla hanno a che vedere con le istituzioni medesime" e, ancora, "insinua il messaggio, sbagliato e ingiusto, che finora il sistema della sicurezza è stato guidato da uomini che è bene rimuovere".

Mastella: "Affidare un nuovo incarico a De Gennaro" Qualora si arrivasse alla decisione di sostituire il capo della Polizia, a Gianni De Gennaro andrebbe affidato un nuovo incarico operativo. È il punto di vista che esprime il ministro della Giustizia, Clemente Mastella. "Nell’eventualità che si arrivasse alla sostituzione non può apparire, dopo i fatti di Genova, come un condannato per la sua azione, che è stata di grande correttezza e linearità, di senso dello Stato e di difesa delle istituzioni", spiega il ministro. Laddove, prosegue Mastella, "d’intesa con lo stesso De Gennaro si arrivi alla sostituzione è necessario farsi carico di affidargli altre responsabilità operative. Non può essere mandato a casa".Quanto, invece, al successore, Mastella sottolinea che il nuovo capo della Polizia "sarà scelto d’intesa con l’opposizione, nel senso di ascoltare e sentire anche le loro valutazioni".

Cossiga: "Destituzione chiesta dalla sinistra radicale" Il senatore a vita Francesco Cossiga, si è recato al Dipartimento della Pubblica sicurezza al Viminale, dove ha depositato presso la segreteria del Capo della Polizia un biglietto di solidarietà al prefetto Gianni De Gennaro, "destituito dal presidente del Consiglio dei Ministri su richiesta della sinistra radicale di lotta e di governo". "Il senatore Cossiga - si legge in una nota - intende così solidarizzare con tutte le forze dell’ordine che si trovano sotto il tiro del Governo Prodi che, insieme a settori deviati della magistratura, vuole compiacere la piazza della sinistra radicale e dei movimenti, che è matrice della nuova eversione armata, ed anche il terrorismo di Hamas, di Hezbollah, dei taleban e di al Qaeda in quanto antiamericani e antisraeliani".

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