martedì 19 giugno 2007

CONFESERCENTI: FISCHI A PRODI, 'BASTA, A CASA'/ANSA

CARTELLI CONTRO LIBERALIZZAZIONI; PREMIER, DA ISTAT FOTO GIUSTA
(di Chiara Scalise)
(ANSA) - ROMA, 19 GIU - E' la terza volta in quindici giorni: dal Nord al Sud, infatti, Romano Prodi a giugno e' stato inseguito dai fischi. Prima al festival dell'Economia di Trento, poi a Noto, in Sicilia, e oggi all'Assemblea annuale di Confesercenti. ''Buffone, buffone. Vai a casa'', hanno urlato dalla sala dell'Auditorium della musica artigiani e commercianti, alzando cartelli con grandi scritte rosse e puntando il dito soprattutto contro le liberalizzazioni.
Reazioni dalle quali, pero', si sono subito dissociati i vertici dell'organizzazione: ''No alle claque organizzate - ha commentato a caldo il presidente della Confesercenti Marco Venturi - Noi siamo un'organizzazione ospitale''.
Il premier arriva all'appuntamento intorno alle 10 e, raggiunta la sala, in attesa dell'inizio dei lavori scambia saluti e qualche battuta con il segretario dei Ds Piero Fassino e i ministri delle Riforme Vannino Chiti e per la Famiglia Rosy Bindi. Sotto i riflettori la nuova svolta del Partito democratico, con la decisione dell'elezione diretta da parte dei cittadini del segretario. Una scelta che il premier definisce ''la piu' partecipativa possibile''.
La platea osserva, ma subito si distrae; tutto sembra filare liscio e poco prima che le luci si spengano c'e' anche il tempo per una stretta di mano di Prodi a Gianni Letta. Anche perche' la platea di Confesercenti dovrebbe essere piu' amica di altre. Ma la relazione del presidente Venturi non fa sconti. Nelle 24 pagine c'e' spazio per qualche affondo contro le politiche del governo: ''il tesoretto non e' un grazioso regalo''; sugli ''studi di settore non aspettatevi il nostro consenso''; e, soprattutto, arriva l'allarme sulla sicurezza. Gli esercenti, attacca Venturi, subiscono 40 mila rapine l'anno e il 92% dei reati resta impunito. L'atmosfera cosi' si scalda piano piano e agli applausi, non appena Venturi chiude l'intervento, si sostituiscono i fischi e le proteste. Il Professore ha gia' guadagnato l'uscita, preceduto da Fassino e da Chiti, ma fa in tempo a registrare il malumore: sceglie pero' di non commentare e le uniche parole che arrivano sono per i dati positivi sul mercato del lavoro: ''L'Istat descrive il Paese ed e' l'unico strumento scientifico - sottolinea Prodi, prima di infilarsi in macchina - in grado di farlo''.
Se il premier preferisce il silenzio, le reazioni del mondo della politica sono invece immediate. L'opposizione attacca, convinta che questa sia la dimostrazione che ''e' l'intero Paese - afferma Antonio Leone (Fi) - a contestare Prodi'' e che quindi e' ora che ''vada a casa'', come dice il deputato di An Maurizio Gasparri. E qualche preoccupazione arriva anche dalla maggioranza: ''Spero che cambi, un governo va bene quando c'e' un mix di fischi e applausi'', allarga le braccia il ministro Fabio Mussi, mentre Franco Giordano indica la strada del ''risarcimento sociale'' per recuperare consenso. ''Ormai diventa una notizia solo se Prodi non e' fischiato'', e' la battuta di Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi.

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