Non saremo noi a rimpiangere i comunisti di una volta. Né quelli storditi coi baffoni né quelli che vantavano una presunta verginità, i berlingueriani della questione morale, né quelli patetici che hanno tirato su la Quercia dalle macerie del muro di Berlino. Molto meglio i pasticcioni di oggi che, abbandonata (in parte) la ipocrisia per cause di forza maggiore, fanno poco allo scopo di apparire come (non) furono e non sono: stinchi di santo. Sono italiani della più bell'acqua. Benvenuti fra noi gente volgare, cari compagni di merende. Oddio, attici, caviale e soldi vi sono sempre piaciuti, ma un tempo sotto sotto ve ne vergognavate. Basta. Vi siete liberati dalla necessità di mentire sempre alla base, e questo vi rende perfino più simpatici. Non afferro perché abbiate brigato tanto per nascondere le intercettazioni telefoniche riguardanti voi e i vostri affarucci. Una figuraccia in più. Tradisce la tendenza a censurare e a rimestare nel torbido. Sarebbe stato preferibile e più vantaggioso un outing collettivo: massì, a noi di sinistra premono i capitali, le banche, le barche, gli agi, la bella vita come a tutti.
mercoledì 13 giugno 2007
COMPAGNI, CONFESSATE di VITTORIO FELTRI
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