venerdì 6 luglio 2007

Stallo sulle pensioni, Prodi cerca di scongiurare la crisi

Roma, 06 LUG (Velino) - Si e' concluso con un nulla di fatto il Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto affrontare il nodo della riforma delle pensioni. Non c'e' stato il chiarimento auspicato dal vicepremier Francesco Rutelli. Cosi', tutto e' rimandato. Come ha confermato il ministro per l'Attuazione del programma Giulio Santagata uscendo da palazzo Chigi, l'ultima parola spetta infatti a Romano Prodi "che decidera' in prima persona e riferira'". E lo stesso ha ribadito il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti: "Il premier ha detto che dopo la fase delle consultazioni la responsabilita' sulla proposta per le pensioni viene assunta da lui. Prodi si assume ora la responsabilita' e l'iniziativa della valutazione di una proposta e sara' lui, sulla base del confronto, a portare avanti la trattativa. Del resto e' il presidente del Consiglio". Ma a testimonianza di come la tensione nella maggioranza resti alta sono arrivate le parole del Guardasigilli, Clemente Mastella, che ha replicato al presidente della Camera, Fausto Bertinotti sulla possibilita' di una crisi di governo: "Ho piu' di 30 anni di vita parlamentare alle spalle, la crisi non mi spaventa. Mi auguro che non ci sia. Per il bene del Paese spero che ciascuno faccia uno sforzo. Ma certo, ripeto, una crisi non mi spaventa". Poi il ministro della Giustizia ha aggiunto: "Mi auguro una possibile intesa. La trattativa e' aperta, con il massimo rispetto. Ma non si devono seguire totem ideologici, sui totem si muore". "È giusto tenere conto dei lavori usuranti, ma non tutti i lavori lo sono" e comunque "bisogna ottemperare alle esigenze dello Stato". Quanto alle affermazioni del senatore Lamberto Dini, che sulle pensioni ha minacciato di votare contro il governo, Mastella ha aggiunto: "La posizione critica da lui assunta sull'eventuale riforma delle pensioni e' un'opinione. Non vorrei pero' che dietro opinioni autorevoli ci fossero retropensieri". Il ministro della Giustizia, continuando il suo ragionamento, ha chiarito come "ormai di questi tempi non c'e' piu' l'innocenza delle parole. Si fanno retropensieri su ciascuno di noi". In mattinata, intanto, e' intervenuto anche il presidente del Senato, Franco Marini, che ha formulato l'auspicio "che si arrivi a un accordo". E ha sottolineato come il paese viva "un momento delicato" e abbia "bisogno di essere governato, di andare avanti, di fare le sue scelte". Per il presidente di Palazzo Madama, "questo delle pensioni e' un problema che divide molto" e costituisce oggi il "punto di maggiore delicatezza". Marini si e' augurato che emerga una "capacita' di decisione a livelli istituzionali che superi anche la normale dialettica tra i due schieramenti". E "per scelte come quella sulle pensioni - ha ribadito - ci vorrebbe una grande unita' nazionale. Quando ci sono interessi del paese centrali, li' bisogna fare uno sforzo di unita'". (Remo Urbino)

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