Prodi dice sì ai sindacati
Fi: "Una voragine nei conti"
di Redazione - venerdì 20 luglio 2007
Roma - E all'alba è arrivato l'accordo sulle pensione gra governo e sindacati. O forse è meglio dire fra sindacati "e" governo: via lo scalone, archiviata la riforma Maroni, smantellata come è avvenuto per altre importanti iniziative del governo Berlusconi. Dal 2008 si potrà andare in pensione di anzianità con 58 anni di età e 35 di contributi. Dal primo luglio 2009 per ritirarsi dal lavoro sarà necessario avere raggiunto quota 95 come somma tra età anagrafica e contributiva. L’età minima sarà 59 anni. Il primo gennaio 2011 la quota tra età e contributi è stata fissata a 96 (età minima: 60 anni) mentre il primo gennaio 2013 passerà a 97 (età minima: 61 anni).
Sono quasi le sette del mattino quando Romano Prodi scende nella sala stampa di Palazzo Chigi, stanco ma soddisfatto. "Con i sindacati è stato raggiunto un accordo rispettando i confini della spesa prefissata", dice dopo una maratona durata più di otto ore. Il presidente del Consiglio batte sul tasto della concertazione, che a suo avviso ha dato ancora una volta "i suoi frutti" con decisioni coerenti e nel pieno rispetto dei confini di spesa prefissati. Il Professore sintetizza così il documento firmato insieme ai sindacati: "È una proposta che ha soddisfatto tutti noi e che sarà di grande soddisfazione per tutti gli italiani".
Concetti condivisi sia dal ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa che dal ministro del Lavoro Cesare Damiano, decisamente orgogliosi di aver "sottoscritto l’ultimo capitolo della riforma pensionistica" che, finalmente, "rimedia a vecchie carenze del sistema sociale e finanziario". Una operazione che nella sostanza, chiariscono, sarà a "costo netto pari a zero" perché le risorse, 10 miliardi in 10 anni, saranno trovare tutte all’interno del sistema previdenziale. Il ministro Damiano parla di una "svolta" che "consolida il governo" e auspica che questa riforma "possa reggere ala prova parlamentare".
Padoa-Schioppa difende a spada tratta le misure concordate questa notte, punzecchiando i giornalisti della carta stampata rei di aver "criticato", nei servizi pubblicati stamane dai quotidiani, un accordo a trattativa ancora in corso. Anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil lasciano Palazzo Chigi soddisfatti, dopo una "trattativa dura e difficile" che ha però dato i suoi frutti. Guglielmo Epifani si riserva solo ulteriori approfondimenti sul testo definitivo che sarà pronto lunedì mattina, ma Raffaele Bonanni dà subito un giudizio "molto, molto positivo". E Luigi Angeletti chiarisce che il sindacato, contrariamente a come "volevano dipingerlo", ha dimostrato di "non voler tutelare i padri contro i figli". In sostanza, respinge al mittente le critiche di chi ha individuato nei sindacati confederali elementi di conservatorismo. L’unico appunto fatto dai tre segretari ha riguardato la "soluzione un pò striminzita" per lo scalone e la ridefinizione dei coefficienti. Per il resto, è stato un coro di consensi alla proposta avanzata dal premier.
Costo superamento scalone: 10 miliardi in 10 anni Per le fonti di copertura, ha spiegato Damiano, "i 10 miliardi sono composti da 3,5 miliardi degli enti previdenziali, da 3,6 miliardi dall’aumento delle aliquote contributive dei parasubordinati, da 800 milioni dell’incremento delle aliquote contributive dei parasubordinati non esclusivi e da 700 milioni dell’armonizzazione dei fondi speciali". È stata poi deciso di costituire una commissione che dovrà definire un eventuale ripristino fino a 4 finestre per i lavoratori che andranno in pensione con 40 anni di contributi. Dall’altro lato, è stato deciso di aprire finestre per il pensionamento di vecchiaia di uomini e donne. I lavori usuranti, ha aggiunto il ministro, comprenderanno i turnisti, i lavoratori delle catene di montaggio e i conducenti di mezzi pubblici pesanti.
Dal 2010, ha evidenziato Damiano, la revisione dei coefficienti sarà triennale e automatica per l’aumento dell’aspettativa di vita, gli andamenti demografici e il trend economico. L’accordo prevede infatti una commissionemista governo-sindacati che potrà proporre modifiche dei coefficienti entro il 31 dicembre 2008, partendo dalla nuova tabella definita l’anno scorso dal Nucleo di valutazione della spesa previdenziale. L’applicazione dei nuovi coefficienti partirà dal 2010.
venerdì 20 luglio 2007
Pensioni, siglato l'accordo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento