di OSCAR GIANNINO
«Perché il dottor Paolo Mieli ha detto ad Alberto Nagel, direttore generale di Mediobanca, che Giovanni Consorte doveva pagare perché si era prestato a operazioni di bassa lega per conto di D'Alema?». «Perché in un'altra occasione la stessa accusa venne fatta a Consorte da Giuliano Amato, presenti Mieli, Andrea Manzella e Cesare Romiti, che lo riferì a Francesco Cossiga?». Sono interrogativi di Giovanni Consorte. Che vi terranno compagnia, cari lettori, per un po' di settimane. Da due anni, Consorte combatte con la stessa determinazione con cui nei venticinque precedenti ha portato la "sua" Unipol a essere il terzo gruppo assicurativo italiano: dacché perdeva quasi un miliardo di lire l'anno quando ne divenne amministratore delegato, nel 1996. (...) e la sua controllante, Unipol Finanziaria, versava in stato prefallimentare. Consorte però da due anni combatte su un altro fronte. Ai pm di... continua...
lunedì 2 luglio 2007
«NON PAGHERÒ PER D'ALEMA»
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