giovedì 19 luglio 2007

EMMA LA BALLERINA



di VITTORIO FELTRI

Giusto ieri ho scritto su queste colonne: "La Bonino non sembra tipo da marcia indietro. D'altronde, un anno di permanenza in un esecutivo stralunato era già troppo per una persona responsabile". Avevo la convinzione che la radicale non scherzasse come spesso fa quel simpaticone di Mastella, uno dei più lucidi confusionari della nostra politica, il quale un giorno sì e l'altro pure minaccia le dimissioni e non le dà mai. Mi aspettavo da Emma la fermezza sempre dimostrata: "Me ne vado e non torno". Mi sbagliavo. La Bonino si è dimessa, ma appena appena. Una puntina di dimissioni ludiche, una cosa fra amici di merende; una bicchierata non per dirsi addio, bensì arrivederci. Come una ballerina d'avanspettacolo, lei ha compiuto una giravolta, un inchino qua e uno là. Poi è calato il sipario fra gli applausi. Pensi sia sparita e, invece, rieccola. Fa capolino tra le tendone rosse, un sorriso, una veronica per compiacere alla platea golosa, e giù ancora applausi. La Bonino non è diversa - lo certificano i fatti - dalle altre soubrette di seconda fila che attorniano Romano Prodi: finge di essere disposta a uscire subito di scena, ma resta lì fino al termine della recita.

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