Amministrative: Rutelli e i "radicali" attaccano, Prodi glissa
Roma, 29 MAG (Velino) - Il giorno dopo le elezioni amministrative, il centrosinistra comincia a fare seriamente i conti con l'esito negativo del voto. Osservando i toni del dibattito che si sta sviluppando all'interno della maggioranza in queste ore, appaiono decisamente lontane e obsolete le affermazioni dei giorni scorsi del premier Romano Prodi, secondo le quali il risultato della tornata amministrativa non avrebbe avuto alcun profilo nazionale. Al contrario, il "day after" delle elezioni si e' trasformato, nel recinto dell'Unione, in una non troppo sommessa resa dei conti di natura squisitamente politica, nella quale le ricette per superare l'impasse del governo prospettate dalle due anime della coalizione appaiono, una volta di piu', segnate da priorita' differenti, quando non conciliabili, che limitano ulteriormente il margine di manovra politica del Professore e aumentano l'attrito tra riformisti e massimalisti. In questo senso, ad alzare il tono della dialettica nella maggioranza e' stato il vicepremier e leader della Margherita Francesco Rutelli, che, nel corso del proprio intervento alla Direzione del partito, ha additato e ribadito stamani una serie di priorita' che contestano punto per punto l'analisi del voto fornita tra ieri e oggi dai gruppi dirigenti di Verdi, Pdci e Rifondazione, oltre a contestare apertamente la richiesta, fatta solo una manciata di giorni fa dal premier attraverso il ministro per l'attuazione del programma di governo Giulio Santagata, di rallentare il processo di selezione della leadership del Partito democratico.
A Largo del Nazareno, Rutelli ha stamani messo dunque subito le cose in chiaro, premettendo che il voto di ieri "non rappresenta nessun premio per la sinistra radicale", per poi ripartire a testa bassa con l'invocazione di misure che alleggeriscano la pressione ficale, come il taglio dell'Ici sulla prima casa, ricordando a Prodi che una promessa di questo tipo e' stata da lui fatta all'elettorato nel corso dell'ultimo dibattito al Senato sulla fiducia. Non e' tutto: alludendo anche in questo caso al voto del Nord, l'ex-sindaco di Roma ha affrontato due temi-tabu' per la sinistra radicale, e cioe' "un'azione piu' forte per la certezza della pena e per la sicurezza dei cittadini", oltre a denunciare esplicitamente le difficolta' "di azione e di comunicazione dell'esecutivo". Il tutto, mentre da sinistra si continua a incalzare lo stesso esecutivo sulla politica sociale e sull'impiego dell'extragettito per l'aumento delle pensioni minime e per gli ammortizzatori sociali, richiedendo, come nel caso del segretario del Pdci Oliviero Diliberto, un vertice di maggioranza gia' ora sul prossimo Dpef, che questa volta "non sara' votato a scatola chiusa".
In mezzo a due fuochi, Prodi, seppur confessando una certa insoddisfazione, continua a rassicurare i propri interlocutori sul fatto che si trattasse di un passaggio a vuoto prevedibile e tutto sommato dolorosamente necessario, a causa delle dure ricette adottate dal governo per risanare i conti pubblici. Ma in questa linea non viene seguito da chi, come il leader della Quercia Piero Fassino, sta vivendo sulla propria pelle il difficile processo di costituzione del Pd, che il voto di ieri ha tutt'altro che incoraggiato, e deve fare i conti con il malumore della periferia, incarnato dal sindaco di Torino Sergio Chiamparino e dalla governatrice del Piemonte Mercedes Bresso, gia' ampiamente insoddisfatti per la composizione del comitato promotore del Pd. A questo proposito, Fassino e Rutelli (pressato anch'esso pesantemente dai suoi sindaci, primo tra tutti quello di Venezia Massimo Cacciari), sembrano non piu' disposti a tollerare dilazioni nella road-map del nuovo soggetto, ed esigono da Prodi un'accelerazione senza tentennamenti, mentre la dalemiana Velina rossa, invita i dirigenti riformisti a "non perdere piu' tempo". Tutto cio', mentre il tempo stringe, di fronte a scadenze parlamentari che metteranno gia' la prossima settimana la maggioranza di fronte a importanti banchi di prova, come la discussione della legge elettorale, per la quale a Palazzo Madama e' stata chiesta da Lega e sinistra radicale una procedura d'urgenza, o il ddl Lanzillotta, che sara' licenziato domani per l'aula dalla commissione Affari costituzionali del Senato, o la stessa mozione di sfiducia a Visco, presentata dalla Cdl e calendarizzata, sempre al Senato, per mercoledi' prossimo.
martedì 29 maggio 2007
Amministrative: Rutelli e i "radicali" attaccano, Prodi glissa
alle 19:47
Categoria:
agenzie di stampa,
amministrative 2007
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